Mentre oggi la ricerca di Paolo Chiasera si esprime in
molteplici esiti formali che comprendono il disegno e la pittura, la scultura e
l’installazione, nelle opere degli esordi l’artista sembra rivolgersi
principalmente al video. Lasciata Bologna per Berlino agli inizi degli anni
duemila come molti colleghi italiani della sua generazione, Chiasera sceglie
questo mezzo per ridefinire il concetto di spazio, che esplora attraverso il
suo stesso corpo calato in atmosfere sospese e allucinate. È il caso di 20° livello, 2001 dove lo vediamo
camminare come nel loop di un videogioco tra i corridoi dalle pareti giallo
acido di un grattacielo berlinese, e dell’opera in collezione The wall, 2002 in cui è evidente il
debito con i paesaggi metafisici della pittura di De Chirico. [...]