Il lavoro dell’artista si è sin qui
svolto lungo i canali della
traduzione, della possibilità di rendere
i numeri in immagini, le immagini in rappresentazioni gestuali, le
rappresentazioni gestuali in ricordi, i ricordi in colori e così via, in una catena potenzialmente circolare, ma
discontinua, di linguaggi paralleli
e solo ambiguamente comunicanti in
un immaginario in cui solo la sinestesia, la
percezione multipla propria del reale,
sembra negata. Il
contenuto, sottoposto a tale processo, si
trova frammentato e sbriciolato, ma i frammenti che ne risultano sembrano contenere la traccia di una
narrazione perduta, di un flusso
continuo in cui tutto
scorreva con perfetto senso logico. [...]