Alla metà degli anni novanta, poco più che ventenne,
Francesco Gennari scrive su un foglio di carta “Io sono Francesco Gennari”: quasi
banale nella sua evidenza, questo statement di autoaffermazione è il modo con
cui si presenta a sé stesso prima ancora che agli altri per intraprendere un
percorso di indagine interiore che non si è ancora arrestato. Come risultato di
questo sguardo ripiegato all’interno, la sua ricerca è costellata di autoritratti
che in maniera differente registrano tanto la sua presenza fisica nel mondo
quanto le sensazioni e le atmosfere percepite senza che il corpo compaia
necessariamente nell’opera, rivendicando così la sua indipendenza nell’approcciarsi
a un genere codificato della storia dell’arte. [...]