Nome
Fausto
Cognome
Melotti
Data di nascita
1901
Data di morte
1986
Presentando una mostra dedicata alle sue sculture astratte del 1935 e del 1962 Fausto Melotti scriveva dell’impossibilità per la sua generazione di disporsi alla rappresentazione figurativa del reale, registrava le molte avventure in cui le avanguardie si erano cimentate e constatava: “Altre vie si aprono, altri sermoni. Frastornati, assetati di quiete, ci allontaniamo ogni tanto e assistiamo in segreto all’orfico imeneo della geometria con la poesia. Non saremo perdonati: saremo tacciati d’incertezza, d’incoerenza e alla fine di immoralità. […] Morale è un’arte che elegge dei limiti e li rispetta. Ma Picasso ignora le barriere”. Ma dopo aver paragonato i mille travestimenti del pittore spagnolo alle immagini in rapida successione che appaiono al morente come fossero una ricapitolazione di tutta la sua vita, conclude: “Ecco allora che questa licenza non appare più tale, ma solo il tragico monito d’una prossima catarsi di questa nostra lunga civiltà, e la ‘condizione’ di Picasso, il vagare sempre fuori dai limiti, come la più sofferta e alla fine la più morale”. [...] 
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