Dal 1998 Carol
Amorales raccoglie una
serie di grafiche digitali in un insieme che chiama Liquid Archive (Archivio Liquido).
Attingendo da una varietà di fonti come riviste,
libri, Internet e soprattutto fotografie da lui stesso scattate, l’artista
ha assemblato lettere dell’alfabeto, astrazioni, immagini di animali, insetti, alberi, aeroplani, ritratti di persone, oggetti vari, ma anche sangue colato, capelli, maschere e tele
di ragno. Utilizzando il rotoscopio, tecnica in base alla
quale la mano del disegnatore interviene su una
data immagine, Amorales semplifica in silhouettes
l’eterogeneo materiale di partenza e,
attraverso l’uso del computer, lo trasforma in grafiche vettoriali. Proprio perché basato su immagini
che sono in realtà pure sequenze matematiche e che sono ulteriormente
manipolabili, l’archivio è chiamato dall’artista “liquido”. [...]