Da circa un decennio Basim Magdy si serve di un
particolare processo di lavorazione della pellicola che chiama “film pickling”.
Si tratta di una vera e propria messa in salamoia del materiale, che per un
certo tempo viene immerso all’interno di sostanze corrosive di uso domestico
come l’aceto o la coca cola. Il contatto con i liquidi innesca una serie di
reazioni chimiche che egli riesce a prevedere solo in parte e che, a seconda del
periodo di posa, della qualità del film e dell’acido utilizzato, determinano il
grado di deterioramento e la colorazione che prevarrà nell’immagine finale. In
un momento storico definito dall’obsolescenza della tecnica analogica, l’artista
rivolge la sua attenzione alle qualità più materiche della pellicola. [...]