Cresciuta in un colto ambiente familiare frequentato da pittori, scrittori, musicisti e intellettuali, Titina Maselli matura precocemente la sua vocazione artistica, favorita prima dal padre Ercole, noto critico d’arte legato alla Scuola Romana degli anni trenta, e poi da Toti Scialoja, che sposa nel 1945. Ma Maselli si affranca presto dall’uno e dall’altro, sviluppando una personale iconografia che non la abbandonerà mai più e che la terrà intenzionalmente al di fuori da qualsiasi stile o movimento dell’epoca.
Non le interessano i fasti della Roma imperiale e barocca ma i quartieri distrutti dalle bombe, i cantieri della ricostruzione, l’asfalto lucido delle strade che dipinge imbracciando il cavalletto in piena notte. [...]