Straniero, nomade, viaggiatore: queste le definizioni più usate da Pascale
Marthine Tayou per definire se stesso. Sebbene sia oggi uno dei più noti artisti
africani, per la sua costante partecipazione dalla fine degli anni Novanta a grandi
manifestazioni espositive internazionali, Tayou si è formato come avvocato, per
iniziare a esporre a metà degli anni Novanta nella natia Yaoundé e a Douala, sempre
in Camerun. Non riconosce alcuna influenza delle estetiche occidentali, anche se
i suoi lavori, in cui spesso utilizza materiali di scarto e detriti, possono essere
associati a quelli di altri “accumulatori” contemporanei. La sua ispirazione viene
dalla vita quotidiana, da quella africana che, negli ultimi anni, si confonde con
quella europea – Tayou vive e lavora come professore a Gent, in Belgio. [...]