Intimo e solitario, il lavoro di Marisa Merz
suggerisce la presenza
di segreti difficilmente traducibili in parole. Spesso prive di
titolo, dalla fine degli anni
Sessanta le sue
opere inizialmente nascono nell’ambito della sfera domestica,
mantenendone i caratteri di
delicata manualità.
Fili di nylon oppure di rame
sono lavorati dall’artista con
i tradizionali ferri da maglia, arrivando a
comporre reti che catturano in sé porzioni
di spazio e la magia della
luce e della penombra
che solo l’incontro diretto con l’opera possono rivelare. In
altri casi, fogli di lamierina di
alluminio sono tagliati e cuciti secondo una processualità che offre al materiale
scelto la possibilità di esprimere il proprio organico dinamismo. [...]