Anticipando tematiche relative all’identità e al genere che avranno ampia
diffusione internazionale negli anni successivi, dall’inizio degli anni Sessanta
Luigi Ontani utilizza il proprio corpo come materia attraverso cui indagare molteplici
similitudini e sperimentare continui travestimenti. In una fusione totale di arte
e vita descrive se stesso come “androgino, efebo, ermafrodita, ibrido,
sagittario”. Anche anticipando la diffusione per il gusto postmoderno della citazione,
il catalogo al quale Ontani inizialmente attinge è sia il ricco repertorio della
storia dell’arte e le ripetizioni di madonne, martiri ed eroi che lo caratterizzano,
sia il mondo della letteratura, al quale lo lega anche la frequentazione con Italo
Calvino. [...]