Dalla metà degli anni Sessanta aveva realizzato forme essenziali in metallo: espressioni di forze e spinte, di torsioni
e rotazioni, quasi
a saggiare, attraverso un’idea di movimento organico
e corporeo, tutte
le possibili articolazioni e disarticolazioni della forma scultorea. Per fare questo aveva infranto
la rigidità tipica di questa disciplina. Aveva spezzato i segmenti del contemporaneo minimalismo per ricongiungerli attraverso catene, come fossero legami
creati da un pensiero che distrugge, ma non
dimentica l’immagine dell’intero. Le opere
di Icaro in collezione appartengono tutte alla stagione
degli anni Ottanta, contraddistinta dall’uso del gesso. Forse la sua stagione più alta,
i cui lavori vennero presentati per la prima
volta in una mostra
al PAC di Milano,
nel 1982. [...]