“Cara… io penso che le cose non esistano. Un bicchiere, un uomo, una gallina, ad esempio, non sono veramente un bicchiere, un uomo, una gallina, ma solo la verifica della possibilità di esistenza di un bicchiere, un uomo, una gallina. Per esistere veramente le cose dovrebbero essere eterne, immortali, solo così non sarebbero solo delle verifiche di certe possibilità ma veramente cose”. Con queste parole, Gino De Dominicis inizia la sua Lettera sull’Immortalità (1970). Indirizzata a una donna la cui identità rimane celata, la lettera espone la tensione conoscitiva che anima la ricerca dell’artista. Ossessionato dall’incessante scorrere del tempo, nel 1969, in occasione della sua prima mostra a Roma, De Dominicis presenta il proprio annuncio funebre. [...]