Dal 1959 Enrico Castellani elabora un linguaggio individuale,
attraverso il quale realizza opere
che si svincolano dal dominio
della pittura e della
scultura per assumere invece un impianto di natura architettonica
che permette loro di porsi in dialogo con lo spazio tridimensionale. Rigorosamente intitolate Superfici,
termine al quale talvolta Castellani aggiunge un’indicazione relativa al colore,
queste opere sono sempre
monocrome, offrendosi come
campi compatti all’interno dei quali viene intenzionalmente negata la presenza
metaforica del tratto personale o gesto pittorico dell’artista. Ciò che
caratterizza invece le Superfici
è l’inedita tensione
della tela pittorica, stesa sopra a una successione di chiodi aggettanti, posizionati
dall’artista su una struttura sottostante, appositamente formata da una serie di listelli in legno
affiancati. [...]