Boetti, tra coloro che furono riuniti nel gruppo dell’Arte Povera, forse più di altri ha aperto strade e ha profuso suggestioni alle generazioni successive di artisti italiani e non solo. Le opere di Boetti in questa collezione sono alcune tra i maggiori esempi delle sue prime ricerche, svolte nel 1966. Catasta era per l’artista l’immagine della condizione contemporanea dove evapora qualsiasi possibilità di qualsiasi collante, di un rapporto vitale, organizzativo, tra forma costruttiva ed elementi: restano solo moduli e materiali indifferenziati, inevitabilmente scissi. Boetti scrive: “La chiave formale e psicologica più adatta per penetrare il modello mentale rappresentato dalla catasta è l’esperienza percettiva individuale fine a se stessa”. [...]