Nel secondo dopoguerra,
Alberto Burri è l’artista che più di tutti, in Italia, ha
esplorato l’urgenza pittorica di porsi a confronto con la materia. Non poté
accontentarsi di arricchire il corpo e la pastosità del colore,
ma compì un passo che scavalcava la tecnica pittorica,
aprendo nuove soglie a
quella realtà fisica del mondo
che, all’inizio del secolo, si era affacciata nel collage cubista. Negli
anni seguenti alla conclusione del conflitto, Burri
sperimenta compiutamente diverse materie, modifica la composizione
degli impasti e crea le Muffe. Nel 1950 tenta i primi Sacchi e due anni dopo torna a lavorarci, raggiungendo un linguaggio
pienamente maturo. [...]