Nel corso di una lunga carriera iniziata alla fine
degli anni sessanta, Lili Dujourie ha esplorato le potenzialità espressive di
una molteplicità di tecniche e materiali. Se nell’iniziale predominanza di elementi
metallici grezzi o verniciati, adagiati a terra o più spesso inclinati contro
la parete, si avverte l’eco del Minimalismo d’oltreoceano, già Amerikaans Imperialisme del 1972 rigetta
in un colpo solo l’egemonia politica e culturale statunitense e la
spersonalizzazione di un’arte prevalentemente maschile. Questa data segna un
altro punto di svolta nella ricerca di Dujourie, che nello stesso periodo
inizia a sperimentare con il video, producendo un corpus di poco meno di venti
lavori nel corso del decennio. [...]