Le sculture in collezione appartengono tutte al periodo successivo il biennio 1956-1957 che segnò una crisi profonda nella storia artistica di Leoncillo. Dopo l’impegno nella scelta estetica e ideologica del post-cubismo in cui molta parte della sua generazione sentì la necessità di spendersi, Leoncillo si trova a dover restituire voce, passo a passo, alla necessità vera del suo fare, all’autenticità di una forma che rinunciava a manifestarsi come programma.
Indimenticabile è l’immagine che l’artista affida alle prime pagine del suo Piccolo diario (1957-58), dove racconta di una notte insonne in cui ad ogni istante sentiva crescere la necessità di recarsi in studio e incominciare a lavorare, senza sapere quale sarebbe stato il suo lavoro e l’oggetto della sua scultura. [...]