Tra le voci più intense e originali della fotografia
giapponese contemporanea, Daido Moriyama si aggira nel mondo con lo spirito di
un cane randagio. L’origine, più volte ripetuta, del suo vero nome Hiromici,
che significa “ampia strada”, sembra già contenere una previsione del suo
destino: prima in viaggio da una città all’altra al seguito del padre,
impiegato presso una compagnia di assicurazioni, e poi da solo, con la camera
al collo, spinto dall’urgenza di fermare l’istante che passa sotto i suoi
occhi. Il Giappone in cui diventa adulto è segnato da trasformazioni tanto
rapide quanto profonde: nel secondo dopoguerra il paese si urbanizza, i consumi
crescono e la permanenza delle truppe americane porta nuove influenze culturali
che fanno vacillare i rigidi valori della tradizione. [...]