Claudio Verna fa parte di quella generazione di artisti che si sono trovati a dover giustificare e difendere la loro scelta di lavorare attraverso la pittura, in una stagione in cui il dibattito critico riteneva che la storia di quel linguaggio, preso nella sua totalità, fosse giunta a conclusione con la fine dell’esperienza informale.
“Parlare di pittura – scrive verna nel 1972
– significa anche precisare che questo mezzo
(mezzo e non categoria dello spirito) non ha
alcuna posizione privilegiata o riduttiva nei confronti
di qualsiasi altro materiale. Non si può parlare
di pittura in astratto, ma solo in riferimento
ad un particolare tipo di
lavoro”. [...]