Cold, 1999
ed. 2/3
Le relazioni familiari, lo scorrere del tempo e l’impermanenza del corpo sono alcuni dei temi che Anneè Olofsson esplora con più frequenza nelle sue opere video e fotografiche. L’ambiente domestico, inteso sia come spazio fisico che mentale, è il palco privilegiato dal quale va in scena il suo teatro delle ossessioni, che la vede protagonista insieme a una ristretta cerchia di persone. Oltre a rivolgere l’obiettivo della macchina verso il suo stesso corpo, altri soggetti ricorrenti sono il padre e la madre, parenti, amici ed ex fidanzati, mentre più raramente è concessa a modelli esterni l’intromissione in questo cosmo privato. Impeccabili dal punto di vista formale, le sue opere ricreano l’intimità dei rapporti attraverso un’illuminazione quasi cinematografica che lascia emergere le figure da spazi limitati e immersi in un buio compatto. [...]
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Via Magenta, 31
10128 Torino